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Da più di 20 anni, verso il mese di dicembre, viene annunciato un colore che segna il trend cromatico dell’anno che verrà. Pantone, azienda statunitense nata nel 1966, è diventata col tempo una “super-influencer” negli ambiti della moda, del design, dell’arredamento di interni…

 

Perché Pantone è diventata un’azienda famosa?

Sicuramente il motivo è per il suo sistema di numerazione e catalogazione dei colori, il così detto Pantone Matching System. Questa meticolosa schedatura non è assolutamente un procedimento facile. Infatti, il team di ricerca continua a lavorare assiduamente per selezionare le miscele adatte ad ogni tipo di esigenza, riuscendo ad offrire anche pigmenti speciali come quelli metallici o flourescenti, risultati impossibili con una stampa in quadricromia. Affidarsi ai colori Pantone quindi rende lo stampato esclusivo e permette di farsi notare rispetto agli altri.

Categorie dei colori Pantone

Il colore può essere scelto tramite pratici cataloghi: le così dette mazzette colore.
La nomenclatura è principalmente composta da:

  • Un numero identificativo
  • Una sigla che indica il supporto di stampa o l’ambito di utilizzo

Nella stampa su supporto cartaceo solitamente si utilizzano due sigle:

  • Solid Coated (C) – indica un campione colore per carta patinata lucida
  • Solid Uncoated (U) – indica un campione colore per carta usomano

I colori Pantone hanno una resa differente a seconda dei supporti utilizzati. La categoria è importante perché permette di scegliere la giusta mazzetta e di conseguenza constatare la resa di quel colore sul supporto o categoria specifica.

La stessa numerazione, ma con categoria diversa. A sinistra Pantone 367 C (carta patinata lucida), a destra Pantone 367 U (carta usomano).

 

Pantone VS CMYK

Partita con circa 500 colori, oggi l’azienda ne produce 5.000, un gran bel catalogo. Il singolo colore viene miscelato inserendo la giusta quantità di pigmenti e viene venduto in barattoli. Queste “tinte piatte” vengono così esonerate da fastidiosi problemi presenti ancora oggi nei vari metodi di stampa che utilizzano la quadricromia.
Infatti, la stampa CMYK consiste nel “posizionare” a più step i vari colori primari sul supporto:

 

C (ciano) – M (magenta) – Y (giallo)
+
K
(nero, chiamato “Key” perché è il colore-chiave che permette
l’allineamento di tutti gli altri)

 

L’allineamento di questi colori, come si può immaginare, è complicato e le stampanti professionali devono essere altamente precise per non creare problemi di visualizzazione.
I colori Pantone non hanno questi problemi, perché vengono posizionati in fase di stampa già pronti, senza ulteriori alterazioni. Per questo, se presente nel progetto, in tipografia viene aggiunto un ulteriore step per poter inserire anche questo colore speciale.

Nella stampa in CMYK il colore finale è il risultato dell’insieme dei tre colori primari e il nero. Nella stampa in Pantone il colore è già miscelato dall’azienda statunitense, basta quindi applicarlo al supporto di stampa.

 

CMYK e Pantone sono intercambiabili?

La risposta è no, ma dipende…
Sicuramente i due metodi possono essere utilizzati nella progettazione di elementi vettoriali. Tuttavia non è possibile stampare immagini fotografiche in Pantone: la miriade di colori presenti in un’immagine renderebbe l’elaborazione della stessa impossibile e il costo di stampa esorbitante. È una soluzione poco logica. Possibile invece una stampa di un’immagine monocromatica, per esempio Pantone + nero per le sfumature.
Quindi per certi progetti è possibile utilizzare esclusivamente colori Pantone, oppure per altri si possono integrare come “extra” nella stampa CMYK.

 

Color Bridge Guide

Un colore stampato in CMYK e uno in Pantone non saranno mai perfettamente uguali, questa è la dura verità. Le variabili in campo sono molte: la selezione dei pigmenti di stampa, le differenti macchine stampatrici delle tipografie, l’umidità dell’aria (non fare quella faccia, è vero!). Tuttavia in molte tonalità possiamo avvicinarci moltissimo, avendo risultati quasi impercettibili.

 

È questa una tematica fondamentale, soprattutto in fase progettuale: capire quali colori saranno fedeli alle nostre scelte iniziali.

 

Il Pantone ci aiuta in questo, perché abbiamo già un esempio del risultato finale con la mazzetta sotto mano.
Tuttavia, per scelte in corso d’opera o per richiesta dello stampatore, dobbiamo fornire il nostro progetto in CMYK e non in Pantone. Quindi che fare?

 

Color Bridge Guide ci viene in aiuto: è una mazzetta particolare in cui viene affiancato il colore Pantone alla sua versione in quadricromia. Pantone ci propone quindi il colore CMYK più fedele.
Strumenti simili sono integrati già in software di grafica come Adobe Protoshop o Adobe Illustrator.

 

Pantone of the Year

Dopo questa lezione un po’ tecnica (ma speriamo interessante) arriviamo al lato più conosciuto di Pantone. La sua influenza con gli anni è arrivata ai piani alti della moda e dello stile in generale. Le aziende hanno cominciato ad interessarsi di Pantone nel creare dei punti di riferimento, che potevano essere usati senza differenze cromatiche nella produzione di capi o di oggetti di arredamento.

 

Così Pantone ha cominciato a dare indicazioni in questa direzione: da 20 anni, verso il mese di dicembre, annuncia il colore che rappresenterà meglio il nuovo anno. L’analisi del team interno è basata su studi e sondaggi circa le aspettative e speranze delle persone e alcune componenti sociologiche, tramutando il tutto in un colore-simbolo.

 

Il campione colore del Pantone of the Year è solitamente basato sulla nomenclatura TCX (Textile Cotton edition extended range) che aiuta i fashion designer a selezionare i colori da utilizzare nelle loro creazioni.

Pantone Of The Year, dal 2000 al 2024

Conclusioni

Pantone ha sicuramente rivoluzionato il mondo del colore, che spazia in molti ambiti della nostra vita: dal design alla chimica, dall’industria alla moda, portando sempre novità e stuzzicando con i suoi colori l’interesse di molti.

 

Si, tutto bellissimo ma… Quale sarà il Pantone of the Year 2023? 😀