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La carta ha sempre il suo fascino.

Decine di anni fa, con l’avvento delle nuove tecnologie, si pensava che la comunicazione off-line avesse perso terreno e il digital potesse sostituirla.
Non è stato così (per fortuna!).
Consegnare a mano una brochure, un biglietto da visita, favorisce il rapporto e facilita lo scambio di informazioni. È sicuramente un valido strumento che ci può aiutare nella vendita.

 

Noi di 8 Flow Agency diamo molta importanza al cartaceo, infatti lo affianchiamo spesso al mondo web nei nostri progetti di comunicazione, perché uno completa l’altro, ottenendo così una combo vincente.

 

Il procedimento di stampa si è evoluto nel corso della storia, oggi possiamo fare affidamento sulle così dette finiture, ovvero delle “aggiunte” alla stampa tradizionale per rendere il prodotto più esclusivo, maggiormente accattivante e per dargli un tocco originale e dinamico.

 

Facciamo però due premesse abbastanza importanti:

 

  • Le finiture devono essere scelte a inizio progetto, o comunque durante la fase di proposta grafica. Infatti, la tecnica di finitura scelta può influire molto sulla preparazione dell’impaginato e bisogna accertarsi che la tipografia possa soddisfare la richiesta per ottenere un risultato ottimale.
    Anche il file di stampa dovrà essere preparato in modo differente dal normale, quindi la selezione del tipo di finitura deve essere ragionata.

 

  • Alcune finiture possono essere molto costose, sia per il materiale o le strumentazioni da utilizzare, sia per le basse tirature. Quindi il cliente deve essere consapevole di una spesa aggiuntiva, che in alcuni casi può essere considerevolmente più alta rispetto alla stampa classica.

 

Ti spieghiamo alcune tecniche di finitura più usate.

 

Rilievo e bassorilievo a secco

Sono due tecniche che permettono di imprimere una grafica ben definita oppure un testo su un supporto di carta, creando spessore.

 

Rilievo a secco
Con una matrice metallica più o meno dura (a seconda dello spessore della carta) si applica una pressione sul lato opposto del foglio, generando quindi il rilievo sul fronte.
Il rilievo a secco può essere impreziosito con stampa a colori o lamine a caldo.

 

Bassorilievo a secco
è una tecnica simile al rilievo a secco, ma in questo caso viene creato un incavo. Quindi la pressione si applica direttamente sul fronte.
Il bassorilievo crea delle zone di luce e ombre molto particolari, che conferisce al supporto cartaceo un effetto simile alle incisioni sul marmo.

 

Lamina a caldo

Viene chiamata anche stampa a caldo o trancia e consiste nel pressare un foglio di lamina che, a contatto con la matrice calda, si imprime sul foglio.
Dona una finitura lucida, usata soprattutto su elementi testuali. Le lamine più usate sono quelle dorate, argentate o con texture metalliche.

 

Accorpatura

Permette di unire (accorpare appunto) due supporti differenti per spessore e materiale, creando un gioco di consistenze differenti.

 

Termografia

La termografia è una finitura dedicata principalmente al testo: viene posizionata una polvere termografica che, a contatto col calore di un forno, fonde e successivamente si indurisce, producendo un effetto unico che non può essere riprodotto con altri metodi di finitura.

 

Plastificazione e verniciatura

Questi due procedimenti permettono alla carta di ottenere diverse caratteristiche: robustezza, lucidità, brillantezza.

 

Plastificazione
Una pellicola di plastica viene appoggiata e sigillata a caldo sul supporto cartaceo. Esistono diversi tipi di plastificazione: lucida, opaca, satinata… Ogni tipologia conferisce al supporto una caratteristica particolare.
Per esempio, la plastificazione lucida è usata principalmente nei magazine oppure nei poster pubblicitari; quella opaca invece è utilizzata maggiormente per materiale aziendale come brochure e biglietti da visita.

 

Verniciatura
A differenza della plastificazione, la verniciatura permette di ricoprire tutto o parte del supporto cartaceo con un materiale incolore utile ad esaltare i colori e a proteggere l’impaginato dal logoramento. Anche in questo caso esistono diversi tipi di verniciatura: lucida, opaca, perlescente, a vernice UV, con riserva…
Si possono anche effettuare dei giochi di texture tattile, che permette al prodotto di essere percepito come materiale di pregio rispetto allo standard.

 

Fustellatura

Si taglia una parte del supporto per creare forme prestabilite tramite un livello di taglio chiamato fustella.
In tipografia, la fustella viene riprodotta su una sagoma d’acciaio affilata che applica pressione sul supporto cartaceo e ne provoca il taglio.
Per le etichette adesive viene utilizzato il mezzo taglio (chiamato anche kiss cutting) che consiste nel taglio del supporto da incollare, ma non dello strato sottostante, così da permettere facilmente la rimozione dell’adesivo.
In alcune situazioni si può ricorrere al taglio laser, per supporti diversi dalla carta (come i materiali metallici o i supporti rigidi in generale).

 

Perforazione

Consente ad uno stampato di essere parzialmente bucato per permettere lo strappo di una sua parte. Un esempio può essere un packaging alimentare, oppure un biglietto “strappa e vinci”. La perforazione deve essere effettuata nel modo corretto per non creare problematiche nell’utilizzo della confezione: infatti, una perforazione grossolana potrebbe strappare il supporto oltre il dovuto, oppure rendere l’apertura difficile, perdendo così di utilità.

 

Legatura (o rilegatura)

Significa semplicemente tenere insieme i fogli di uno stampato. Questa però è da considerarsi una finitura perchè, oltre all’aspetto pratico, permette di avere anche una funzione visiva e di bellezza.
Infatti, non esistono solo rilegature comuni (come quella a spirale o a punto metallico) che hanno poco “appeal visivo”, ma ce ne sono molte che permettono al prodotto di assumere un connotato elegante, inusuale e unico.
Per esempio esiste la legatura a dorso scoperto che mette letteralmente a nudo la struttura della rilegatura, lasciando quindi il dorso a vista; oppure la cucitura Singer che lega i fogli tramite un unico filo; un altro esempio è la legatura canadese che unisce i fogli con una spirale particolare e parzialmente nascosta dal dorso.

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