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In questo articolo trattiamo un argomento spesso sottovalutato.
L’uso dei font in un progetto di comunicazione non è scontato, deve essere il risultato di una ricerca e di una selezione accurata. E nella ricerca possiamo scovare principalmente due categorie…i font belli e quelli brutti 😀 .

 

Lasciando da parte l’ironia, l’argomento è da tenere in considerazione seriamente. Un font può essere definito bello per lo stile e la sinuosità delle lettere, per la compattezza nella sua composizione, ma c’è altro da tenere in conto: è provvisto di tutte le varianti? È provvisto di tutti i caratteri speciali? Ha i glifi completi? Presenta differenze tra corsivo e italico?

 

Se tutte queste domande hanno risposta positiva, ci troviamo davanti a un font fatto e finito, prodotto dal lavoro di fonderie competenti e, in svariati casi, giustamente sottoposto a un costo per utilizzarlo.

 

Cos’è un font?

Erroneamente pensiamo che il font sia il carattere tipografico che utilizziamo per rendere i nostri testi più accattivanti; è ormai nel gergo comune. Ma l’associazione di termini non è propriamente corretta.

 

Font deriva dal francese e identifica il singolo punzone (quindi la lettera) che le fonderie usavano per comporre le parole e successivamente riportarli su carta (la famosa stampa a caratteri mobili di Gutenberg).
Con l’avvento del computer il termine passò dall’analogico al digitale: per utilizzare un particolare carattere tipografico bisognava installare un file sul pc. Il font è il nome comune di questo file, nel quale è presente il carattere tipografico da utilizzare.

Quindi: il carattere tipografico è effettivamente lo stile univoco che diamo a lettere e numeri, è la veste del nostro testo. Il font racchiude il carattere tipografico in un file da installare sul PC.

 

Cos’è una licenza?

A questo punto ci dirai: “Beh, allora se ho il font, sono in possesso di quel carattere tipografico e posso farci ciò che voglio!”. Non è così.
Il solo ed unico proprietario è la fonderia che ha prodotto quel carattere tipografico. A te viene fornito il diritto di utilizzarlo ottenendo una licenza, che si concretizza “digitalmente” nell’utilizzare/scaricare un font (quindi un file).
Non esiste però una licenza universale, ce ne sono di diverso tipo e adatta a usi specifici, ti diamo qualche indicazione di base.

 

Licenze ad uso personale e commerciale

Principalmente le licenze si dividono in due macro-gruppi:

 

LICENZE AD USO PERSONALE
Permettono l’utilizzo “privato” del font, quindi senza ottenere un profitto per il suo utilizzo.
Un esempio sono i font preinstallati sul pc.
Solitamente questo tipo di licenza è gratuita.

 

LICENZE AD USO COMMERCIALE
Come dice il nome, possono essere usati per progetti commerciali, quindi per i quali è previsto un profitto.
Questa licenza è rilasciata la maggior parte delle volte tramite acquisto.
Solitamente la licenza è univoca, quindi non può essere rivenduta o passata a persone/aziende.

 

Licenze Open Source

Oltre ai due macro-gruppi, ci sono altri tipi di licenze. Te ne suggeriamo una che probabilmente avrai sentito nominare.
La licenza Open Source è abbastanza libera da vincoli: i font possono essere utilizzati sia lato web che stampa e possono essere modificati. Ovviamente non possono essere rivenduti.
Un esempio sono i Google Web Font, usati spesso dalle agenzie per due motivi principali:

  • Svincolano il cliente e l’agenzia dall’acquisto o dal sottostare ai vincoli della licenza stessa.
  • Sono di qualità e c’è una vasta scelta di caratteri tipografici.

Chi deve acquistare la licenza?

Problema: un’azienda ha bisogno di una nuova brochure e l’agenzia propone un carattere tipografico sotto licenza commerciale a pagamento. Che si fa?

 

Le strade sono due:

  • L’agenzia acquista il font, progetta la brochure e rilascia il file definitivo.
  • Il cliente e l’agenzia acquistano ognuno una propria licenza, così che il cliente possa usare il carattere tipografico anche in altri ambiti/progetti (ovviamente con una licenza che glielo permetta).

Un altro caso può essere la progettazione di un logo: l’agenzia dovrà avere la licenza adatta per l’utilizzo del font, successivamente passerà al cliente solo i file vettoriali del logo, con eventuali testi convertiti in tracciati. Se il cliente vorrà utilizzare il font per inserirlo in altri documenti (per es. nelle presentazioni in Power Point) allora dovrà acquistare una sua licenza.

 

Conclusioni

Abbiamo riassunto la tematica delle licenze, perché è un mondo abbastanza complicato e pieno di paletti. È bene però essere informati per non incorrere in problemi (anche legali) che possono capitare nell’uso improprio dei font.